La capitale della Scozia è divisa in due parti: la New Town, caratterizzata da architetture georgiane, del XVIII secolo, con Princes Street, tradizionale via dello shopping, e la Old Town, dominata dal castello che sovrasta la città. Vero simbolo di Edimburgo, il castello contiene al suo interno gli appartamenti reali, il tesoro della corona con le insegne di Scozia (corona, spada, scettro), e la celebre Queen Mary’s room, dove nacque James VI, futuro re di Scozia ed Inghilterra. Il fantasma di Maria Stuarda, l’infelice regina, aleggia sul castello e sulla città: giovanissima sposa del Delfino di Francia, ritornò in patria alla morte del marito, e qui divenne vittima della rivolta dei sudditi ormai Protestanti, che vedevano in lei una pericolosa antagonista della cugina Elisabetta I Tudor d’Inghilterra, il cui trono fu accusata di voler usurpare. Dopo anni di prigionia all’interno della Tower of London, allora prigione, Mary fu giustiziata per ordine della cugina. Nel cortile antistante il castello si organizzano concerti, e in tutta Edimburgo il famoso festival del teatro affolla la città di turisti nel mese di agosto.
Tra le tappe obbligate di Edimburgo, oltre al castello, percorrendo il Royal Mile, ricordiamo il palazzo reale di Holyrood House, residenza preferita dalla regina madre, il Museum of Scotland, il giardino botanico, seconda attrazione turistica dopo il Castello, Princes Street Gardens, uno dei luoghi più frequentati della città, la National Gallery of Scotland, con un’importante collezione di ritrattisti inglesi, fiamminghi e di impressionisti francesi. Ma Edimburgo è anche mare e porto: il Firth of Forth, a forma di fiordo, è la porta sul mare della città ed uno degli scali principali del Mare del Nord.
Ad Edimburgo si trova inoltre il più famoso campo da golf al mondo, il St Andrew’s. Il golf, ormai considerato sport nazionale scozzese, nacque per caso in Scozia secoli fa quando, secondo la leggenda, un pastore calciò per caso un sasso e lo fece rotolare nella tana di un coniglio. Sulle colline della città si trovano anche piste artificiali da sci, e numerosi campi da cricket, sport tradizionalmente anglosassone.


I verbi modali (Modal verbs) sono un gruppo di verbi con caratteristiche particolari che possono essere così schematizzate:

1. al Simple Present tutte le persone sono uguali, e la terza pers. sing non aggiunge -s
2. il verbo che segue è sempre al bare infinitive (forma base, ovvero infinito senza TO)
3. si comportano come ausiliari nella forma interrogativa e negativa.
es. Can you help me?
Sorry, I can't help you.

4. non possono essere utilizzati in tutti i tempi verbali.

CAN= potere, saper fare qualcosa, potere nelle richieste informali. Si usa solo al Presente.
es. I can speak English.
I can't play football.
Can I borrow your pen?


COULD= è la voce di Simple Past e Conditional di CAN.
Usato nelle richieste, è più cortese di CAN.

Could you please pass me the salt?

MAY= potere con permesso, potere come probabilità. Si usa solo al Presente. Nelle richieste, è più formale e cortese di Can e Could.

It may snow tomorrow.
May I go to the toilet?


Una probabilità espressa con MIGHT è meno certa rispetto a MAY.






Il parco di Yellowstone si trova a centinaia di km a Nord del Grand Canyon. E’ famoso per la ricchezza della fauna e le sue risorse geologiche uniche al mondo: l’80% dei geysers (getti di vapore provenienti dal cuore della terra) dell’intero pianeta si trova in questo parco.

Storia: Due milioni di anni fa una grande eruzione vulcanica oscurò tutto il Nord America, dal Messico al Canada. 630.000 anni dopo ci fu una seconda esplosione, quindi una terza che creò Yellowstone. Essa innalzò due catene montuose. Postumi di questa catastrofe naturale sono i geysers, che testimoniano l’attività del sottosuolo, ancora attivo.
Il magma sottostante costituisce il cosiddetto “punto caldo” di Yellowstone. L’acqua surriscaldata bolle e sale sotto forma di getto in superficie. In profondità si raggiungono temperature di 1000°C. L’Old Faithful è il geyser più famoso, che sbuffa getti di calore ogni 70 minuti circa. Il nome della zona, attribuito al parco dagli Indiani, è dovuto al colore della roccia.

L’habitat forestale è ricchissimo. Vi scorrono anche numerosi corsi d’acqua e le famose cascate, le Yellowstone Falls.
Le tempeste sul parco sono leggendarie: nel 1988 un fulmine scatenò un incendio che bruciò interi ettari di foresta.

Fauna: la zona è popolata da bisonti, cervi, orsi grizzley, coyote e lupi. I lupi, un tempo estinti, sono stati reintrodotti nel parco importandoli dal Canada. La loro reintroduzione ha causato non poche polemiche, essendo i lupi animali predatori (si cibano una volta a settimana ingerendo sino a 10 kg di carne). In realtà la loro presenza è necessaria per l’equilibrio dell’ecosistema.
Anche il bisonte è tornato a popolare questa zona. Intorno alla metà dell’800 i bisonti, che popolavano le grandi praterie, furono cacciati in massa e pressoché estinti, ma un gruppetto di venti bisonti sopravvissuti trovò rifugio a Yellowstone. Ripopolatisi, sono l’ultima mandria selvatica presente in America.


Per gli alunni di II che hanno appena visto il film "Braveheart" sulla storia di William Wallace, segnalo questa pagina interessante su Wikipedia. Da leggere, in particolare, la sezione relativa agli "errori storici" del film.

http://it.wikipedia.org/wiki/Braveheart_-_Cuore_impavido




IL GRAND CANYON

Nel 1869 John Wesley Powell esplorò per primo il fiume Colorado attraversando vari stati, tra cui lo Utah e l’Arizona e scendendo le rapide senza conoscerne il percorso. Powell riteneva che il Canyon si fosse formato in seguito al fenomeno dell’erosione di vento ed acqua su rocce di origine lavica che, nel corso di millenni, invasero il Canyon, rendendo il letto del fiume estremamente tortuoso. Il calcare rosso delle rocce contiene molti fossili, ma in realtà è una pietra rossa solo in superficie (sotto gli strati superficiali appare di colore grigio).

Il Canyon è sempre stato abitato da un gran numero di specie viventi, tra le quali rari tipi di insetti e cactus. Milioni di anni fa, al posto del Canyon c’era un enorme deserto, fatto attestato dalle tracce di dune di sabbia che recano le orme di enormi rettili e insetti. Attualmente, il Canyon è abitato da 2000 specie di piante ed animali, nonostante l’aspetto desolato.
La regione ospita molte tribù indiane (qui giunte nel 900 d.C.). Gli Indiani nascondevano le risorse di cibo in granai sul letto del fiume, in luoghi spesso inaccessibili; cacciavano e allevavano animali. Con l’arrivo dei bianchi nel 1800 ebbe fine la loro età dell’oro.
Durante la spedizione di Powell, solo alcuni dei suoi uomini esplorarono tutto il Canyon, mentre altri abbandonarono le rapide cercando di risalire le pareti di roccia.

La spedizione di Powell risvegliò comunque l’interesse generale del turismo: all’inizio del ‘900 lo visitò anche il presidente Theodor ROOSEVELT che, affascinato dalla meraviglia del luogo, pronunciò un discorso ecologista con l’intento di proteggere il Grand Canyon dalla speculazione edilizia. Nel 1906 il Canyon fu dichiarato riserva naturale.
Nel 1919 divenne parco nazionale. Nei primi anni ’60 venne costruita una diga in una zona a monte, il cosiddetto Glen Canyon. La diga, atta a rifornire di energia elettrica tutto il Sud-Ovest, formò un enorme lago, ma creò anche qualche problema all’ecosistema. Per ovviare ad un progressivo impoverimento della quantità di fango presente sulle rive del fiume, è stata quindi provocata una massiccia inondazione, rilasciando la quantità d’acqua trattenuta dalla diga, sotto controllo di geologi e studiosi.

La fauna che popola il Grand Canyon annovera rari falchi pellegrini, scorpioni, scoiattoli e la famosa pecora delle Montagne Rocciose.
L’ecosistema presenta notevoli differenze tra l’estremità settentrionale (il NORTH RIM), con foreste alpine, e l’estremità meridionale (il SOUTH RIM), più arida.



Carew Castle e la triste storia della Principessa Nest.

Nel 12°sec, Nest fu data in sposa ad un nobile anglonormanno, Gerald. Qualche anno dopo le nozze, durante un banchetto, la fanciulla incontrò un cugino di nome Owain che non vedeva da molti anni. Il ragazzo si incapricciò di lei e una notte, approfittando di un incendio nel castello, la rapì. Pare però che la principessa fosse una prigioniera consenziente e volontaria: durante gli anni che trascorse con il giovane cugino, gli diede ben due figli. Inevitabilmente, tuttavia, il marito tradito cercò vendetta ed uccise il rivale durante un’imboscata. Secondo la leggenda, il fantasma di Nest vestita di bianco si aggirerebbe tuttora nel castello di Carew (dove pare sia stato avvistato da una studiosa di fenomeni paranormali), in attesa che l’amato Owain faccia ritorno.


Una traccia del mio recente viaggio a Londra.