ROMAN TIMES


I Romani intuirono per primi l’importanza strategica che un corso d’acqua come il Tamigi poteva avere sullo sviluppo di una città, e sulle sponde del fiume lungo 346 km e profondo 35 m edificarono il primo nucleo di quella che sarebbe diventata una delle principali metropoli europee: Londra, dal latino Londinium.

Le invasioni romane in Inghilterra si articolarono in due diversi momenti: nel 55 a.C. con Giulio Cesare e nel 43 d.C. con l’imperatore Claudio. I Romani, abilissimi architetti, trascurarono di proteggere Londinium con mura difensive. Quando, nel 60 d.C. , la regina Boadicea guidò una rivolta nel Sud contro i legionari romani, per vendicare lo stupro delle figlie, la città fu facilmente rasa al suolo. I Romani dovettero quindi ricostruirla, e questa volta decisero di proteggerla con alte mura (6m di altezza, 3m di larghezza), costruite con blocchi di pietra dura del Kent (una contea a sud est di Londra). La città si sviluppò rapidamente attorno a questo nucleo. Nel 410 d.C. , con l’abbandono delle truppe romane, la città decadde e fu vittima di invasioni da parte di popoli più bellicosi.


Roman Wall and statue of Trajan

I PONTI SUL TAMIGI

Il fiume Tamigi rappresentò comunque sempre un punto di riferimento saliente per la città ed i suoi traffici commerciali. Oggi lo attraversano trenta ponti (l’ultimo, in ordine cronologico, ad essere costruito è stato il Millenium Bridge, inaugurato poco dopo il 2000, un ponte pedonale che collega St Paul’s Cathedral con la sponda opposta, dove sorge la Tate Modern, museo d’arte moderna). Il primo ponte ad essere costruito fu invece il London Bridge, costeggiato da case e negozi. La sua costruzione richiese trent’anni circa e dovette ovviare al problema delle correnti e delle maree. La struttura originaria del ponte risale al 1209, ma solo nel 1700 si pensò a rinforzare i piloni sotterranei, che rischiavano di cedere sotto la spinta prorompente dell’acqua. Pietro di Colechurch circondò ogni pilone con un’isola di cemento a forma di barca, ma questa protezioni si rivelarono ben presto un ostacolo al passaggio delle imbarcazioni più grandi. Il London Bridge fu quindi demolito nel 1831. Il nuovo ponte, simbolo di Londra per eccellenza, il Tower Bridge, fu costruito con l’intento di permettere il passaggio anche delle navi più grandi: si progettò quindi un sistema a ponte levatoio, azionabile in pochi minuti. E’ raro, tuttavia, vedere il Tower Bridge sollevato: poche sono le navi che, al giorno d’oggi, arrivano sino a questa zona del fiume.



LA PESTE E IL GREAT FIRE OF LONDON

Nel 1348 il fiume divenne tragicamente veicolo di morte: arrivarono infatti alcune navi che trasportavano topi infetti, responsabili della diffusione della peste bubbonica, malattia letale per l’uomo. La cosidetta Black Death “la morte nera” causò 30.000 decessi, senza che si riuscisse a fermare l’epidemia. Solo nel 1666, verso fine estate, un incidente si rivelò provvidenziale. Un fornaio di nome Thomas dimenticò di spegnere il forno della propria bottega; in quei giorni di settembre il clima era secco e ventoso. L’incendiò che ne scaturì ebbe dimensioni colossali, e si espanse rapidamente, essendo gli edifici in legno e con tetti in paglia. Nonostante moltissimi edifici del centro di Londra siano stati distrutti, l’incendio ebbe il merito di fermare l’epidemia di peste.

Il 1666 segnò quindi l’inizio della grande ricostruzione di Londra: 80.000 edifici erano andati distrutti, molte persone lasciarono Londra, non avendo più un posto in cui vivere. L’architetto Christopher WREN fu il fautore della ricostruzione: a lui il merito della progettazione di una delle cattedrali più famose d’Inghilterra, St Paul’s Cathedral, la cui cupola è seconda per dimensioni solo a S.Pietro in Roma.



The Tower of London




Traitor's Gate
Nel 1066, data di grande importanza nella storia inglese, Guglielmo detto “Il Conquistatore” (William the Conqueror) rivendica, per questioni di parentela, il trono inglese rimasto vacante, pur vivendo in Francia. Il suo esercito riesce a sconfiggere Harold of Wessex e quindi re Guglielmo si autoproclama re d’Inghilterra, insediandosi a Londra con tutta la sua corte. Ovviamente, egli porta con sé abitudini e stile di vita francesi: la lingua francese, a corte e tra gli aristocratici, soppianta quella inglese, che non viene più usata in letteratura per circa tre secoli. L’inglese viene ridotto, in sostanza, allo status di lingua del popolo, senza alcuna dignità letteraria. Uno degli edifici voluti da re Guglielmo è appunto la Torre di Londra, che egli abita come fortezza. La Torre, tuttavia, nel corso dei secoli, viene usata per scopi differenti: inizialmente fortezza e residenza del re, diviene poi, per molto tempo, una temibile prigione dove venivano rinchiusi prigionieri politici di alto rango e di grande importanza storica. Qui è stata rinchiusa per qualche tempo la futura regina Elisabetta I e, prima ancora, qui fu decapitata sua madre, Anna Bolena, per supposto tradimento nei confronti del marito, re Enrico VIII Tudor. In uno dei cortili della Torre è conservato il ceppo in legno sul quale fu decapitata. I prigionieri venivano fatti accedere alla Torre via fiume, tramite il Traitor’s Gate, il cancello dei traditori. Ovviamente, chi vi entrava aveva ben poche speranze di rivedere la luce del sole. Oggi la Torre è un museo, frequentatissimo e anche piuttosto costoso (ad eccezione di altri, quali il British e la National Gallery, gratuiti), famoso per i gioielli della Corona (tra i quali la splendida stella d’Africa, il diamante più grande al mondo, posto a decorazione di uno scettro). I gioielli si visionano passando su un nastro trasportatore, per sveltire i tempi, mentre, sullo sfondo, vengono proiettate immagini della monarchia e dell’attuale sovrana, Elisabetta II.


The Crown Jewels

La leggenda dei corvi della Torre

E’ credenza comune, tra gli inglesi, ritenere che, se i corvi che abitano la torre dovessero volare via, crollerebbe l’edificio e, fuor di metafora, la monarchia inglese. Affezionati all’idea di avere un sovrano, nonostante sporadiche crisi di popolarità, si cerca di evitare la “tragedia” tarpando le ali ai corvi: i volatili possono camminare ma non volare. Si prendono cura di loro i Beefeaters, le guardie della Torre in tradizionale costume Tudor rosso e nero, oggi trasformate in guide turistiche.




Atmosfere natalizie a Covent Garden

Regent Street
Che io ami Londra è fatto universalmente noto. Che mi riproponga di farla amare anche dai miei studenti giustifica, in parte, questo spazio.


Continuiamo quindi con il nostro tour della capitale del Regno Unito, addentrandoci, questa volta, in una zona più seriosa, la City. Questo è il nome di una parte di Londra dominata essenzialmente dalla finanza: è un quartiere moderno, quasi totalmente ricostruito dopo i bombardamenti della II guerra mondiale, spesso criticato per il disordine stilistico. Quello che più ci colpisce della City è il contrasto tra le ore diurne e quelle notturne: popolatissima e assai trafficata nelle ore d’ufficio, la City diventa praticamente deserta a sera e nei giorni festivi per una semplice ragione. In questo quartiere troviamo quasi essenzialmente uffici, banche (vi hanno sede la Borsa, la Royal Exchange, e la Bank of England), ed importanti assicurazioni (la compagnia dei Lloyds è tra le più antiche al mondo). Tra gli edifici di importanza storica, è d’obbligo una visita a St Paul’s Cathedral, troneggiante cattedrale costruita dopo il 1666, anno fatidico del Great Fire of London, l’incendio devastante che distrusse gran parte degli edifici. La cupola della cattedrale è la seconda al mondo per grandezza dopo quella di San Pietro a Roma. In questa chiesa si celebrarono, nel 1981, le nozze tra il Principe Carlo e Lady Diana, Principessa di Galles.

Da St Paul’s attraversiamo il Tamigi passando su uno dei tanti ponti, il Millenium Bridge, l’ultimo ad essere costruito in ordine cronologico. E’ un ponte pedonale che ci conduce sulla sponda destra del fiume, dove troviamo la Tate Modern, galleria d’arte moderna e, meraviglia delle meraviglie, la ricostruzione attentissima del Globe, il celebre teatro legato al nome di Shakespeare.

I parchi di Londra

Centosettanta tra parchi e giardini, hanno l’innegabile merito di farci sentire in un’oasi di verde anche nel centro della città, peraltro trafficatissimo. Ricordiamo St James’s Park, accanto a Buckingham Palace, Regent’s Park, i Kensington Gardens e Hyde Park, forse il più amato dai londinesi. Molto esteso, quest’ultimo annovera, al suo interno, anche un grande lago artificiale, balneabile e navigabile, la Serpentine. Una curiosità: presso lo Speaker’s Corner, l’angolo degli oratori, si incontrano spesso oratori improvvisati che ci arringano su svariati argomenti, in genere politici ed economici. Chiunque, in sostanza, può improvvisarsi oratore, ammesso che abbia qualcosa di sensato da dire.

I Castelli di Londra

Oltre a Buckingham Palace, residenza ufficiale ma non esclusiva dei sovrani inglesi, ricordiamo Windsor Castle, a nord, visitabile solo se la famiglia reale non è presente. Nei pressi di Windsor sorge Eton College, prestigiosissima scuola privata inglese, che fu frequentata anche dai principi William ed Harry. Curiosa la divisa degli studenti (è una scuola solo maschile): un frac a coda, molto elegante e serioso. Hampton Court, che si raggiunge anche via fiume in battello, è una splendida residenza del Cinquecento con la facciata in mattoni rossi ed un ampio giardino alla francese. Era la dimora preferita di Enrico VIII, che la scelse per sfuggire alla terribile epidemia di peste che funestò Londra nel corso del ‘500.

I pub

Sono tanti, anzi tantissimi. E rappresentano l’essenza del being British. Qui non solo si beve, preferibilmente birra (ale, lager, bitter, servita in pinte. Attenzione: nessuno verrà a servirvi al tavolo, anche dopo ore di attesa. Si deve ordinare al bancone e pagare prima di consumare), ma si pranza e si cena con superb English food . E’ un pregiudizio dire che in Inghilterra si mangia male. Da provare, sicuramente, la carne, il roastbeef, lo steak and kidney pie (pasticcio di carne e…segreto!). Nei pub, dagli interni bellissimi ed accoglienti, possono entrare ragazzi sotto i 16 anni solo se accompagnati, e limitatamente alla zona ristorante. I minorenni NON bevono (gli inglesi sono molto severi in materia e controllano i documenti). I pub aprono alle 11 e chiudono rigorosamente alle 23: in fondo, la vita notturna londinese, per quanto la città offra spunti e possibilità da noi neppure immaginabili, si conclude abbastanza presto, nulla a che vedere con la movida dei paesi mediterranei. Il mio pub preferito a Londra: lo Shakespeare's Head in Carnaby street.

Per ora è tutto, anche se di Londra scriverei per ore. Allego qualche mia foto, scattata qua e là in occasioni diverse.

Oxford Street a Natale






Visto il tempo, risulta quanto mai opportuno il detto inglese "it's raining cats and dogs", espressione idiomatica che può essere tradotta in italiano come "sta diluviando".